sabato 11 febbraio 2012

...Irene non lo sa....

...poi ho scritto "Irene non lo sa", ancora non l'ho pubblicato...sto cercando una casa editrice...forse l'ho trovata...chissà, vediamo. Questo libro è nato in un momento particolare della mia vita...mentre scrivo sto sorridendo, perché non conosco nella mia vita un periodo normale...forse questo...mah non ne sono sicura...magari lo chiederò alla mia cara amica Romilda, lei saprà rispondere. Stasera ho in mente di scrivere qualcosa non su questo libro ma di questo libro, forse per spronarvi a leggerlo anche se non so come possiate farlo perché non c'è in giro....ce ne sono solo 15 copie, non so chi ne è in possesso....una sicuramente ce l'ha Diego, un'altra Brunella, si anche Silvana ce l'ha....potete chiederla a loro, sono persone generose oppure aspettare un po' che mi decida a pubblicarlo. Insomma mi sto perdendo in chiacchiere. Allora vi scrivo un pezzo...mi piacerebbe ricevere i vostri commenti...lo scelgo a caso (forse), lo scelgo per me....lo scelgo per voi, insomma non ha importanza, andiamo oltre. Irene....chi è Irene? Sono io Irene? Lo può dire chi mi conosce....chi mi evita e chi non riesce ad evitarmi. Non sono invadente io, sono invasiva.
"Irene rimase lì a fissare il vuoto. Non aveva alcun pensiero. Le mie lacrime e le mie parole non l’avevano spostata di un centimetro. Si diventa sordi in certi stati d’animo. Parole forti e coraggiose come quelle che avevo pronunciato sono nulla in un momento così ma bisogna guardare oltre, perché le parole che vengono dal cuore, servono sempre. C’è un momento in cui manifestano la loro potenza. Non era quello ma arriverà. Irene non lo sa. Irene poteva trovare dentro di se una frase convenzionale per l’occasione ed inviarmi un SMS di circostanza  ma non lo fece. Non le dispiaceva che ero andato via così affranto. Non le importava niente né di me, né di se, né di nessuno.  Non aveva bisogno di parole. Era stanca delle parole.  Non voleva capire né essere capita. Questo la faceva sentire libera. Non aveva chiesto a nessuno di salvarla. Non voleva essere salvata. Non si aspettava niente da quella vita. C’era follia dentro di lei che la saggezza non avrebbe mai potuto contrastare. I folli parlano una lingua diversa. Sono su un altro livello di comunicazione che chi non lo è,  non è in grado di raggiungere. Quella follia doveva placarsi da sola.
Irene si alzò dal letto, aveva ancora la flebo attaccata al braccio, la staccò ed uscì nel corridoio. C’era silenzio. Erano le sei di un pomeriggio autunnale. Fuori gli alberi erano pieni di foglie dorate e rosse che mosse dal vento creavano un’atmosfera dolce e triste.  Indossava una camicia bianca ed era scalza. Aveva i capelli lunghi e lisci che le cadevano sulle spalle. Erano di un colore bellissimo i suoi capelli, come quelli delle foglie d’autunno che si potevano guardare quella sera dalla finestra. Un’infermiera grassa la vide e le chiese di tornare nella stanza. Le cinse la vita con il suo braccio forte e la trascinò quasi. Era esile Irene ed era debole per i giorni di digiuno ai quali si era sottoposta. Non oppose resistenza. Non aveva alcuna forza. Tornò a letto ed iniziò a piangere. Finalmente Irene piangeva. Ricordò una frase che aveva letto in un libro di Potok e la recitò ad alta voce come se parlasse a qualcuno ma non all’infermiera che era ancora lì con lei:  “Posso capire la violenza se un individuo decide razionalmente che il suo mondo è malvagio da cima a fondo e irredimibile e che non c'è dentro nulla che valga la pena di salvare”. Era malvagio il suo mondo? Davvero non c’era nulla da salvare? Davvero la sua vita meritava un atto così violento? Non c’era nulla che valeva la pena di salvare né dentro né fuori di lei?  Irene era pazza, a pensarlo nella logica dell’equilibrio naturale del male e del bene. L’infermiera le fece una siringa e si addormentò" Da Irene non lo sa.

4 commenti:

  1. un turbinio di emozioni racchiuse in un libro fantastico della mia SCRITTRICE preferita!!! ;-) è davvero sorprendente come riesci a far vivere delle emozioni così forti attraverso le tue parole...speriamo che alla fine, tra un cactus e l'altro, magari staccando qualche spina qua e là...Brunella lo saprà...:D

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  2. ...magari anche Paola lo saprà ;-)...oggi sa qualcosa in più ma non è mai abbastanza. Bisogna essere curiosi del mondo e scoprire sempre cose nuove, nuove emozioni, mai arrendersi, mai accontentarsi mai soccombere. La vita da tanto a chi apre le braccia. Buona giornata di vento...di quel vento che spazza via le nuvole e schiarisce tutti gli orizzonti.

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